Noi di Myfundraising siamo usciti da una settimana molto impegnativa che ci ha visto relatori sia per un evento durante il Festival d’Europa a Firenze, sia nel workshop da noi organizzato “3.0 Crowdfunding e fundraising digitale per nonprofit”.
Uno degli aspetti importanti che abbiamo comunicato spesso ai partecipati è la “relazione” che deve essere creata con il donatore, il far leva sulle emozioni per poter convicere un utente a diventare donatore.
Specialmente nella comunicazione sui Social Network le “leve emozionali” sono fondamentali, le pagine sono piene di informazioni e di immagini che colpiscono i navigatori, abbiamo quindi la necessità di emergere dal “rumore di fondo” e far arrivare il nostro messaggio dritto al cuore.
Ma come possiamo fare una comunicazione che possa fare appiglio sulle emozioni dei donatori? In realtà questa è la seconda domanda che dobbiamo porci, il primo punto da affrontare è “cosa genera le emozioni e perché le emozioni governano il nostro agire (inconscio)?”. Senza la presunzione di essere esperti di neuroscienze, affronteremo i soli aspetti che ci serviranno per seguire la giusta direzione nella nostra campagna di raccolta fondi.
I neuroni specchio
Scoperti da alcuni ricercatori dell’Università di Parma osservando il comportamento di alcune scimmie e presenti anche nel cervello dell’uomo: sono neuroni che si atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg quando vediamo un altro soggetto compiere una determinata azione, ad esempio afferrare qualcosa. Ma non solo: i neuroni specchio di atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg anche quando osserviamo un altro essere umano che sta provando determinate emozioni, come la rabbia, il disgusto, il dolore. I neuroni specchio sono i responsaboli del contagio delle risate.
Il perché sono imporanti per le nostre raccolte fondi è abbastanza ovvio: se riusciamo attivare i neuroni specchio dei nostri interlocutori con le immagini e la comunicazione che facciamo, riusciremo ad attivare aree del cervello “decisionali” che spingeranno alla donazione.
Gli ormoni della donazione
Probabilmente sapere che le nostre emozioni sono solo in risultato chimico della presenza di ormoni nel nostro organismo è un po’ spoetizzante… fatto sta che la verità è che ossitocina e cortisolo sono due ormoni che vengono rilasciati dal nostro cervello quando ci troviamo in particolari situazioni: l’empatia e la propensione a donare dipendono proprio dalla presenza di queste sostanze chimiche rilasciate dal nostro cervello. Un esempio? Due gruppi di pazienti, ad alcuni è stata iniettata ossitocina e ad altri solo placebo. Il gruppo che ha ricevuto l’iniezione di ossitocina si è dimostrato per l’80% più generoso sia nel donare che nella somma donata.
Cosa possiamo fare con la nostra comunicazione? Raccontiamo storie! La solita ricerca ha messo in evidenza che il cervello può essere stimolato alla produzione di ossitocina e cortisolo attraverso le storie che vengono raccontate: più una storia riesce a coinvolgere il nostro interlocutore, più ormoni vengono prodotti, più facilmente otterremo una donazione.
Donare rende felici
Questa scoperta, datata 2006, ha messo in evidenza che le aree del cervello che si atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg quando effettuiamo una donazione sono le solite che si atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg quando otteniamo una gratificazione. In parole povere: donare ci rende felici!
Quindi non dobbiamo fare altro che far capire tramite la nostra comunicazione “la gioia del donare“
E tu che tipo di comunicazione usi per la tua raccolta fondi? racconti storie, fai leva sulle emozioni e sull’empatia o sei solamente informativo (e distante)?