“In Italia solo l’8% delle fondazioni dichiara di avere una metodologia per valutare l’impatto sociale generato dai propri interventi filantropici, mentre il 56% delle ong adotta una Theory of Change (ToC), innovativo approccio metodologico per raggiungere i propri obiettivi strategici. Il 23% di queste lo fa proprio per impostare un sistema di valutazione dell’impatto. Eppure si tratta di un ambito in cui le organizzazioni non profit dovranno necessariamente rafforzarsi, come previsto dalla legge per la riforma del terzo settore (il cui giro d’affari complessivo in Italia è stimato attorno ai 65-70 miliardi di euro), che richiede a tutti gli enti senza scopo di lucro – secondo modalità ancora da definire – di dar conto del proprio impatto sociale.” Così un recente articolo apparso su Italia Oggi il 24 ottobre u.s.
La questione della valutazione dell’impatto sociale è ‘esplosa’ per così dire con la Riforma del Terzo Settore che la introduce nell’impianto normativo come una novità per gli Enti del Terzo Settore. Da tempo l’impiego dei fondi, es. il 5X1000, richiedono una modalità di rendicontazione che sta evolvendo non solo in termini di restituzione dell’output o degli outcomes, cioè delle realizzazioni fatte con i fondi o dei risultati conseguiti direttamente dai beneficiari dei progetti e dei servizi, ma in termini di impact appunto. Ma cosa voglia dire effettivamente misurare l’impatto e cosa significhi impatto sociale e quali metriche si possano utilizzare, questo è già più complesso.
“La valutazione dell’impatto sociale” – prosegue l’articolo sopra citato – “è stato uno dei temi centrali del V Lang Philanthropy Day che si è svolto oggi a Palazzo Clerici di Milano, realizzato da Fondazione Lang Italia.
Nel corso della giornata è stato presentato il primo studio in Italia in grado di dimostrare quanto i servizi nell’ambito dell’accoglienza e della cura dei minori in condizioni di disagio incidano positivamente in termini di risparmio per la collettività. La misurazione è stata effettuata da Fondazione Lang Italia sull’operato di Caf Onlus – Centro Aiuto Minori e Famiglie. L’analisi, che ha utilizzato l’indicatore SROI – Social Return On Investment, stima che ogni euro investito dall’associazione per svolgere i suoi principali servizi abbia generato un valore di 3,1 euro in termini di risparmio per la collettività.
Il risparmio stimato è calcolato tenendo in considerazione diverse voci di spesa che, grazie all’operato di CAF Onlus, non graveranno più sulle casse dei comuni e dello stato. Tra queste, ad esempio, i costi per le cure sanitarie dovute a maltrattamenti, i costi scolastici straordinari e di accoglienza in comunità e quelli per gli interventi dell’Autorità di Pubblica Sicurezza e per l’attivazione dei Tribunali.”
Già nel 2015 come Myfundraising avevamo introdotto il tema del fundraising e dell’impatto sociale nell’ambito di un seminario organizzato presso la Camera di Commercio di Firenze in partnership con il Dipartimento di Economia dell’Università di Firenze. Oggi possiamo trovare numerosi convegni e scuole di formazione che si occupano di valutazione d’impatto e fundraising. E – come si vede – il tema è diventato di attualità anche per gli erogatori di fondi.
Myfundraising può offrire alle organizzazioni nonprofit la propria consulenza per la valutazione d’impatto sociale con il metodo SROI – Social Return On Investment. Contattaci ora!