Ne stiamo parlando nell’ambito del corso di formazione organizzato da CESVOT e Scuola Superiore Sant’Anna sul durante e dopo di noi, giunto alla sua seconda edizione. Il fundraising e il crowdfunding per il dopo di noi può essere una strategia che si integra allo sviluppo di un finanziamento pubblico e ad una gestione adeguata di carattere patrimoniale.
“Scopo del corso, promosso da Cesvot e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa,” – spiega una nota di CESVOT – “è rafforzare la capacità di intervento delle associazioni impegnate nell’ambito del “durante e dopo di noi” su due ambiti specifici: la progettazione sociale e la raccolta fondi.
La formazione sulla progettazione sociale si pone l’obiettivo di aiutare i partecipanti, partendo dalle teorie di riferimento del processo progettuale in ambito sociale, a sperimentare i principali strumenti di lavoro, anche di tipo informatico, per la stesura di un progetto. La formazione sulla raccolta fondi si pone l’obiettivo di affrontare con i partecipanti motivazioni, strategie e soluzioni tecniche della raccolta fondi nelle sue diverse forme più tradizionali e più innovative, incluse soluzioni digitali, ad applicare ad iniziative e progetti nell’ambito del “durante e dopo di noi”.
Recentemente abbiamo analizzato due progetti di crowdfunding di organizzazioni che si occupano di ‘dopo di noi’ e che hanno realizzato una campagna nella forma reward based, con cofinanziamento di una fondazione erogativa. Si tratta di due progetti di piccola dimensione in termini monetari, ma ugualmente interessanti. Entrambe le organizzazioni hanno conseguito il loro obiettivo di raccolta. Tuttavia, la modalità di ottenimento del risultato ricalca ampiamente le modalità tradizionali di raccolta fondi, non le tipiche modalità del crowdfunding. In effetti, le organizzazioni tendono ad interpretare il crowdfunding per finalità di raccolta tradizionali (nei casi citati, una ristrutturazione della casa). Ma questa modalità davvero è da ritenersi adeguata? Il dopo di noi è una causa particolarmente delicata e mette in gioco processi familiari e di relazioni tra diversi stakeholder territoriali di medio-lungo periodo. Il crowdfunding oggi viene interpretato solamente come modalità per raccogliere donazioni. In effetti, tra le modalità esiste anche il lending e l’equity, rispettivamente diretti a raccogliere prestiti e capitale. Provate ad immaginare un’impresa sociale srl che raccoglie capitale diffuso sul territorio ove opera con un progetto di dopo di noi, al fine di integrare la gestione patrimoniale delle famiglie e i contributi pubblici sugli investimenti, facendolo diventare un progetto di comunità su cui alimentare una responsabilità diffusa. Si tratta di immaginare il futuro fuori dagli schemi!
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