L’impresa sociale sembra davvero essere tra gli aspetti cruciali della Riforma del Terzo Settore recentemente varata dal Parlamento con la legge delega al Governo che, entro maggio 2017 andrà a legiferare nel dettaglio con (attesi) numerosi decreti attuativi.
Cosa c’è di novità? In realtà la legge delega, anche sul punto dell’impresa sociale, traccia in modo generale la nuova disciplina. Quel che è certo che si interverrà sul versante delle materie con un ampliamento dei campi di azione, un intervento diretto a consolidare il mondo della cooperazione sociale come impresa sociale di diritto e sicuramente anche un atteso ampliamento delle condizioni agevolative, ciò che in definitiva – tra varie altre questioni – in questi anni ha impedito all’istituto dell’impresa sociale di svilupparsi. Del resto il Terzo Settore in questi anni di crisi ha dimostrato non solo di ‘reggere’ il colpo, ma di generare condizioni di sviluppo, non ultimo anche in ottica occupazionale.
Non desta pertanto sorpresa che l’impresa sociale possa trovare nella nuova Riforma un volano di sviluppo, la creazione di condizioni operative e di contesto favorevoli. Su questi aspetti naturalmente il percorso che porterà alla emanazione dei decreti attuativi, è ancora aperto ad un dibattito che addetti ai lavori e organizzazioni di rappresentanza, potranno senz’altro contribuire a delineare offrendo i propri spunti e suggerimenti.
Uno degli aspetti che probabilmente è tra i più interessanti e che meriterebbe una disciplina ampia e comprensiva, è quello delle risorse per l’impresa sociale. Possiamo parlare quindi di fundraising per l’impresa sociale? Forse sì, e non solo nel senso tradizionale di ricerca di donazioni/sponsorizzazioni. Forse anche su questo aspetto la disciplina potrebbe offrire un’opportunità, ma l’aspetto probabilmente più interessante potrebbe essere rappresentato dall’estensione all’impresa sociale delle condizioni agevolative oggi riservate alle start up innovative, inclusa la possibilità di accedere all’opportunità di finanziamento attraverso l’equity crowdfunding (forma di crowdfunding che permette l’accesso a capitale di rischio, possibilità in Italia oggi riservata solo alle start up innovative e alle PMI innovative appunto). Si tratta di un’estensione importante perché colloca l’impresa sociale nella sua reale dimensione di impresa e non semplicemente di un’organizzazione nonprofit a cui destinare donazioni, sponsorizzazioni o finanziamenti pubblici. Si tratta di un’opportunità perché consente anche in maniera adeguata la ricerca di capitale di rischio dalla comunità. L’impresa sociale (di comunità) potrebbe diventare un modello di successo e diffuso, capace di generare una partecipazione del tutto inedita alle produzioni di beni e alle erogazioni di servizi di utilità sociale.
Noi di Myfundraising seguiamo direttamente lo sviluppo di queste nuove opportunità, avendo esperienza di lavoro e di sviluppo di impresa sociale e avendo a cuore le nuove opportunità di sviluppo di fundraising, soprattutto se promosse attraverso strategie digitali. Non resta che rimanere sintonizzati (stay tuned!) sugli sviluppi dei prossimi mesi.