YouTube per il nonprofit

Ogni minuto vengono caricati su YouTube circa 300 ore di video. Tutti sanno che durante la riproduzione di questi video verranno visualizzati dei messaggi pubblicitari. Pochi sanno, invece, che YouTube ha un programma dedicato ai canali delle organizzazioni non profit. Vediamo più in dettaglio quali sono i vantaggi per le ONP e quali i requisiti per accedere al programma.

Vantaggi per non profit

  • Live streaming: permetta la trasmissione di eventi e conferenze “dal vivo” sul proprio canale
  • Overlay con invito all’azione: spesso durante la visione di un video compare, nella parte bassa, un annuncio pubblicitario. Con il programma per non profit di Youtube è possibile inserire nel video dell’organizzazione un annuncio di questo tipo che rimanda al sito web dell’associazione stessa.
  • Annotazioni esterne: possibile inserire le annotazioni con link che rimandono al sito dell’associazione o ad un progetto di raccolta (come ad esempio IndieGogo o Kickstarter)
  • Pulsante di donazione (solo per USA e UK): negli Stati Uniti e nel Regno Unito è possibile inserire un pulsante per la donazione direttamente sul sito, con il pagamento che avviene tramite Google Wallet. Attendiamo fiduciosi che tale possibilità venga attivata anche per le altre nazioni, Italia compresa.

Come accedere al programma

I requisiti per accedere al programma sono molto simili a quelli di Google Grants, con domanda da sottoporre direttamente a YouTube che si riserva di accettarla o meno.

Il Programma non profit di YouTube è attualmente disponibile nei seguenti Paesi: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, India, Irlanda, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Taiwan e Ungheria. L’organizzazione deve essere un’organizzazione non profit o un’ONG registrata in uno di questi Paesi per poter aderire.

L’opportunità offerta da YouTube è sicuramente interessante, da sola però non basta per garntire il successo: il programma non comprende infatti una promozione del video pubblicato, si rende quindi necessaria una strategia di comunicazione per poter raggiungere i potenziali donatori e, soprattutto, deve essere creato un video che possa catturare l’attenzione degli utenti.

“Oltre la frontiera” del digital

Negli ultimi anni si sta molto diffondendo, a partire dai paesi anglosassoni, una nuova figura molto importante per le associazioni: il fundraiser. Anzi, come dicevano in un precedente articolo, secondo alcune statistiche il 20% delle associazioni non può fare a meno di questa figura. Professionisti nel settore ce ne sono molti, alcuni preparti, altri meno… ma come scegliere il giusto Fundraiser? Difficile da dire, ma una caratteristica fondamentale a nostro avviso deve averla: deve pensare, pianificare e progettare “oltre la frontiera”.

Abbiamo la strana abitudine di dividere gli eventi in un “prima” e un “dopo” dimenticando costantemente che avvenimenti importanti richiedono lunghi processi per potersi sviluppare completamente. Nella vita di tutti i giorni invece notiamo come alcuni concetti siano fin troppo “trascinati”. Ci riferiamo in particolare alla così detta “rivoluzione digitale” citata continuamente da opinion leader, politici, tecnici di settore. Se facciamo mente locale sul nostro stile di vita attuale ci accorgiamo come non ci sia una rivoluzione in atto, la realtà è che la rivoluzione è già finita, siamo già “oltre il confine”. I nativi digitali sono oramai teenager, non abbiamo bisogno di “andare online” ma lo siamo costantemente, riusciamo a fare qualunque cosa a qualunque ora del giorno e in qualunque posto con i nostro devices.
Il non accorgerci di essere oramai “oltre la frontiera” spesso fa cadere nell’errore che certe cose possano essere separate, fa nascere convinzioni che ci sia una netta separazione tra attività digital e tradizionali, che il marketing e la comunicazione possano dividersi in due specie distinte. Tutto questo non è vero, le cosiddette attività digital e le cosiddette attività tradizionali sono il sostegno le une delle altre e, soprattutto nel marketing, la distinzione è sempre meno netta.

Negli ultimi mesi abbiamo fatto spesso incontri di formazione e siamo stati relatori a seminari sul fundraising e ogni volta abbiamo sottolineato l’importanza dell’utilizzo delle attività digital a sostegno della raccolta fondi. Però ci teniamo a precisare come queste strategie debbano essere inserite in una visione più ampia, in progetto globale di comunicazione a lungo termine, altrimenti rimangono solo sterili attività sfruttate in casi di emergenza e poi lasciate al proprio destino. Ed è per questo che Myfundraising nasce dall’unione di competenze in campo direzionale e strategico e di competenze di tecniche e di comunicazione digitale, perché crediamo che sia l’unico modo per uscire dal “vecchio pensiero”, togliere i paraocchi e dare un nuovo significato al termine “raccolta fondi”.

Kickstarter arriva in Italia

La notizia è di quelle che non possono passare inosservate: da oggi sarà possibile lanciare progetti di crwodfunding sulla più importante piattaforma internazionale anche dall’Italia. La comunità di finanziatori di Kickstarter copre così 13 Paesi in tutto il Mondo, aumentanto le possibilità di raggiungere i propri obiettivi di raccolta.

Per poter inserire il progetto è necessario che la descrizione e il video siano sia in italiano che in inglese e inserire i sottotiliti in tutti gli idiomi, questo per facilitare la comprensione da parte di tutti gli utenti del globo: la “crowd” di kickstarter infatti è di 8,8 milioni di persone sparse in tutto il pianeta, che nel corso degli ultimi 6 anni hanno finanziato 86mila progetti con oltre 1,6 miliardi di dollari!

Ma perché aprire a progetti italiani, visto che a quanto pare il nostro Paese è molto indietro rispetto ad altre nazioni? A rispondere a questa domanda ci pensa uno dei fondatori, Yancey Strickler, in un’intervista rilasciata a Wired. “Nel 2014 gli italiani hanno sostenuto progetti lanciati da tutti il mondo sulla nostra piattaforma per un totale di 3 milioni di dollari. Segno che c’è spazio per costruire anche un ecosistema locale“. Molto importante nella strategia di Kickstarter è non creare siti separati per ogni lingua, ma di rafforzare la comunità integrandola in un’unica piattaforma di donazione nella quale “il 40% dei fondi è versato da finanziatori che non abitano negli Stati Uniti”. L’Italia è solo l’ultima arrivata in casa Kickstarter, nel corso dell’anno c’era già stata apertura verso altri paesi europei “in Germania” continua Yancey Strickler “abbiamo raccolto oltre un milione di euro nelle prime due settimane, molto bene anche la partenza in Francia. Pochi giorni fa siamo sbarcati anche in Spagna, mentre il Regno Unito, che fa parte del network ormai da tre anni, è ormai diventato il nostro secondo mercato”.

L’intenzione di Kickstarter sembra evidente: creare la più grande una comunity mondiale di donatori, aumentando le possibilità di finanziare i propri progetti. A questo punto gli alibi della mancanza di una platea di donatori o di una cultura di crowdfunding crolla e la “palla” torna nelle mani dei progettisti e dei loro piani di marketing e comunicazione, che diventaranno sempre più i principali attori per il crowdfunding anche nel nostro Paese.

Le non profit e i Social Network

Blogmeter, la piattaforma di monitoriaggio social ha presentato lo scorso mese un report sull’utilizzo dei social da parte delle associazioni non profit, relativo al periodo Gennaio-Aprile 2015. Diamo un’occhiata agli interessanti dati che sono emersi da questa analisi.
La ricerca si suddivide in quattro parti: analisi della presenza social di 40 organizzazioni non profit, coinvolgimento degli utenti sulle pagine social ufficiali, analisi delle campagne #hashtag di maggior successo, presenza di testimonial nelle campagne.

Quali sono stati gli argomenti più discussi?
Nei quattro mesi presi in esame sono stati pubblicati più di sette mila post al giorno (per un totale di quasi 750.000 post): l’organizzazione che ha avuto il maggior numero di conversazioni attive è stata l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), seguito da Caritas, Croce Rossa Italiana, Lega Nazionale per la Difesa del Cane e Legambiente. Da notare come in molti casi le conversazioni sono legate alla politica, come ad esempio Matteo Salvini che criticando spesso la Caritas ne aumenta le citazioni sui social.
Per quanto riguarda i temi più discussi troviamo l’Expo2015, inaugurata lo scorso maggio e al centro di campagne di Slow Food, Banco Alimentare e FAI. Anche l’epidemia di ebola nei Paesi africani ha avuto ampio riscontro social, specialmente per quanto riguarda la guarigione del medico di Emergency e la comunicazione della riapertura delle scuola da parte di Save the Children.

Su Facebook the winner is…
Abbiamo appena visto gli argomenti di maggior successo sui social nei primi 4 mesi del 2015, ma i temi trattati non ricalcano necessariamente il successo di un’organizzazione in termini di interazioni. Ed infatti anche in questo caso troviamo come le associazioni con il maggior numero di interazioni non sono quelle che hanno avuto anche il maggior numero di post o citazioni. Dal report di Blogmeter emerge come a farla da padrone su Facebook sono soprattutto le associazioni animaliste: la diffusione di una cultura vegetariana/vegana, le campagne di sensibilizzazione in momenti particolari dell’anno (esempio la Pasqua con gli agnelli), la denuncia dei test sugli animali, sono tutti argomenti con ampia diffusione, sicuramente la foto di un cucciolo viene condivisa molto più facilmente rispetto ad altri tipi di post o immagine. Come diciamo sempre ai nostri clienti la comunicazione social deve fare leva sulla comunicazione “emozionale” per ricercare il maggior numero di condivisioni possibili.

E su Twitter?
In Italia Twitter al momento ha una diffusione minore rispetto a Facebook e spesso nell’immaginario collettivo viene associato ad attività meno “ludiche” rispetto al colosso di Zuckerberg. Certo è che se su Facebook molte condivisioni sono di tipo goliardico, su twitter grazie agli #hashtag possono essere seguite vere e proprie discussioni sui più disparati argomenti di cronaca e non. La diffusione di questo tipo di comunicazione, dati alla mano, rende questo social network il primo per il numero di interazioni sui tweet di associazioni di tipo umanitario. I profili con maggio seguito sono quelli di Emergency, Greenpeace, Unicef e Amnstey International. Nel periodo di riferimento, invece, il profilo con il maggior numero di interazioni è stato quello della Comunità di Sant’Egidio.

Le campagne di maggior successo
Come detto in precedenza Twitter viene spesso utilizzato per il lancio di campagne a scopo sociale, sfruttando il meccanismo degli #hashtag. La campagna di maggior successo è stata quella di #Allacciamoli per contrastare l’omofobia e ha coinvolto o campioni del calcio. Altra campagna di successo è stata #DifendiAMOgliUlivi promossa da organizzazioni non profit pugliesi contro l’abbattimento degli alberi di ulivo, anche in questo caso con la partecipazione di testimonial del mondo dello spettacolo. Vediamo quindi che la scelta dei giusti tesimonial per la promozione di campagne social è strategica e deve tenere conto del “bacino di utenza” della pagina del testimonial, la sua presenza attiva in rete e ai valori di cui è generalmente promotore.

Conclusioni
I dati della ricerca mettono in evidenza come lo studio e l’analisi di marketing e comunicazione siano fondamentali sia in fase di pianificazione di una campagna che nella fasi successive per capire le strategie che hanno portato i migliori risultati.
Da tenere inoltre in considerazione come i due social presi in esame possano essere destinati a scopi diversi (campagne di sensibilizzazione con coinvolgimento di testimonial per Twitter e comunicazione “emozionale” su Facebook) e sono quindi tra loro complementari. Ovviamente scopi diversi implicano strategie diverse per ogni pagina social!

Visualizza infografica completa

“La Casa Ideale” per le Nonprofit

La casa ideale” è un’iniziativa di Leroy Merlin Italia e Yunus Social Business Centre University of Florence in collaborazione con Fondazione Italiana Accenture, che intende selezionare i 30 migliori progetti di accoglienza e inclusione sociale proposti da organizzazioni non profit, presentati da Giugno a Dicembre 2015, per premiarli con uno sconto sui prodotti Leroy Merlin tra il 20% e il 40%. Il prezzo dei prodotti acquistati andrà a coprire i soli costi vivi e non genererà alcun margine per l’azienda. Da Leroy Merlin sostengono che donare è “bello” ma non è sostenibile a lungo termine, mentre in questo modo potranno essere supportati un maggior numero di associazioni.

Come partecipare

La casa ideale” si rivolge a tutte le organizzazioni non profit operative sul territorio italiano e attive da almeno due anni, che potranno candidare le proprie iniziative dalle ore 12.00 del 1° giorno fino alle ore 12:00  del 20° giorno di ogni mese a partire da Giugno 2015 fino a Dicembre 2015 (con esclusione del mese di Agosto).

Partecipare al concorso offre anche l’opportunità di acquisire competenze per realizzare le proprie iniziative: avrete infatti a disposizione un corso e-learning con video tutorial e schede esplicative per un ottimale utilizzo dei prodotti e per rendere fruibili, abitabili e più adatti, gli spazi dedicati alle vostre iniziative.

Come presentare la candidatura

  • accedere al form di partecipazione cliccando sulla barra “Partecipa al concorso”, in fondo alla pagina ufficiale dell’iniziativa: http://lacasaideale.ideatre60.it/;
  • effettuare la registrazione alla piattaforma ideaTRE60 (come persona giuridica) o il login, se già registrato;
  • iniziare la compilazione del form di partecipazione, inserendo il “Titolo” della propria iniziativa;
  • completare il corso e-learning propedeutico – ma facoltativo – per la  partecipazione al concorso;
  • concludere la compilazione di tutti i campi del form di partecipazione e allegare i documenti richiesti;
  • inviare la propria iniziativa cliccando su “Invia idea”.

I premi

Leroy Merlin in collaborazione con lo Yunus Social Business Centre University of Florence selezionerà, entro la fine di ogni mese di attivazione del concorso, i 5 migliori progetti (per un totale di 30 progetti complessivi) che potranno accedere ai prodotti Leroy Merlin con una riduzione di costo compresa tra il 20% e il 40%.

Il tuo progetto

E tu hai in mente un progetto di “casa ideale”? Realizziamolo insieme, contattaci ora.

Link correlati:
Regolamento completo
Leroy Merlin Italia
Yunus Social Business Centre University of Florence
Fondazione Italiana Accenture

I 10 Comandamenti del Crowdfunding

Ieri sera abbiamo partecipato ad una cena del Rotary Club di Pontedera dedicata al tema del Crowdfunding e, come spesso accade, questo tipo di finanziamento “dal basso” viene giusicato senza costi. E’ vero che è possibile finanziare un prodotto in pre-selling evitando così di anticipare le spese di produzione; allo stesso tempo però ribadiamo spesso come un progetto e, soprattutto, la comunicazione legata al Crowdfunding non può essere improvvisata.

Abbiamo così pensato di stilare una lista di 10 “Comandamenti”, 10 attività necessarie per aumentare le possibilità di successo di un Crowdfunding, alcune delle quali richiedono veri e propri interventi professionali.

1. Dai al tuo progetto un titolo accattivante
Il titolo è il “biglietto da visita” del tuo progetto, deve essere realizzato in modo da attirare l’attenzione degli utenti al primo sguardo. Il titolo deve essere creativo, specifico, motivare le persone e evidenziare l’urgenza e l’importanza della causa.

2. Racconta una storia
Tutte le piattaforme di Crowdfunding richiedono l’inserimento di un video promozionale (video pitch). Il video deve raccontare il progetto in maniera onesta e trasparente, ma anche raccontare una “storia” che appassioni le persone e le spinga non solo a donare ma anche condividere e promuovere il progetto.

3. Comunicazione visiva
Non ci stancheremo mai di dirlo: la comunicazione visiva è uno degli aspetti fondamentali delle strategie online per la raccolta fondi. Chi naviga su internet è sottoposto a moltissime sollecitazioni visive che spesso deviano dal messaggio o dell’obiettivo principale: tutto deve quindi essere studiano alla perfezione, dai colori alla posizione della call to action, alle immagini da utilzzare..

4. Imposta le giuste ricompense
A prima vista la scelta delle ricompense può sembrare banale, ma una ricompensa “sbagliata” può avere due effetti collaterali spiacevoli: se non è interessante difficilmente attrarrà donatori, d’altro lato se troppo costosa rischia di diminuire il netto del finanziamento ricevuto (esempio: se la ricompensa per una donazione di 100 euro è un oggetto che potrebbe costare 80, spendo ben l’80% di quello che ho ricavato!)

5. Chiedi una donazione ai “Family & Friends”
Sono quelli che ci conoscono, che ci vogliono bene e che dovranno essere i nostri primo donatori, quelli che danno uno sprint iniziale al progetto. Le persone sono più portare a donare se vedono altri che hanno già donato prima di loro. Ovviamente ai “Family & Friends” dobbiamo anche chiedere di promuovere il progetto!

6. Costruisci una comunità sui social media
I social media rappresentano il canale principale per la promozione del progetto di Crowdfunding. Riuscire a catturare l’attenzione degli utenti e il loro “like” o la loro condivisione può aumentare esponenzialmente il pubblico raggiunto. Ovviamente la comunicazione social non può essere improvvisata, non possiamo alzarci la mattina e decidere cosa postare su Facebook o cosa su Twitter, occore una pianificazione inziale dei contenuti e, soprattutto, una costante interazione con i follower.

7. Coinvolgi i tuoi supporter
Chi ha supportato un progetto deve essere coinvolto per tutta la durata della raccolta, ma non solo. Gli aggiornamenti devono continuare nel tempo, una volta finanziato il progetto un donatore deve ricevere le ultime novità, deve sapere come sono stati utilizzati effettivamente i suoi soldi. Per coinvolgere gli utenti il web ci fornisce moltissimi strumenti a partire dai social media fino ad arrivare ad email marketing e SMS marketing.

8. Coinvolgi i media
“Non di solo web vive il Crowdfunnding”: alcuni dati (provenienti dagli Stati Uniti) hanno evidenziato come i progetti che sono stati promossi anche tramite i media tradizionali hanno raggiunto cifre 2-3 volte maggiori di quelli ricevute sono tramite Social e sito web. “Convincere” radio, televisione e giornali a parlare di un progetto non è, però, cosa semplice: i media lavorano sulle notizie o comunque su storie che possono catturare l’immaginario collettivo. Dobbiamo quindi essere bravi a raccontare il progetto in modo da “convincere” quel giornalista (o pubblicista) a parlare di noi.

9. Realizza il tuo sito web
“Ma il crowdfunding non lo faccio tramite piattaforme dedicate?” Certo, ma un pagina su una piattaforma con tanti progetti ci permette di raccontare poco di noi e del nostro progetto, un sito web trasmette molta più fiducia e “stabilità”: presentare in modo chiaro chi siamo, dove siamo, i nostri contatti, far vedere i nostri volti, far capire agli utenti che esistiamo realmente e che non è una specie di “prendi i soldi e scappa”. E poi rileggiamo il punto 7: qual’è lo strumento di più facile utilizzo per poter archiviare i nostri progetti passati, presenti e futuri?

10. Ringrazia i tuoi donatori
Sul decimo “comandamento” non ci vogliamo soffermare: ringraziare sempre, anche solo per educazione!

Crowdfunding e reputazione online

Il crowdfunding sta crescendo in tutti i Paesi del Mondo, con un mercato globale oggi si aggira sui 16 miliardi di dollari. Purtroppo con l’aumento dei soldi e dei progetti finanziati dobbiamo aspettarci un aumento di progetti-truffa pensati solamente per racimolare denaro a spese dei donatori. Le piattaforme di crowdfunding hanno sviluppato sistemi e team dedicati per poter monitorare ed eliminare questo tipo di progetti.

Tatiana Kapkan scrive un interessante post sul blog di FundRazr in cui elenca 5 metodi che un donatore può utilizzare per capire quanto sia sicuro il progetto per cui darà il proprio contributo. Vediamo insieme quali sono i controlli da effettuare:

1. “Google it”: termine che in italiano si potrebbe tradurre con “Googlela”. In particolare il Motore di Ricerca può aiutarci a trovare informazioni più approfondite sul progetto e sul creatore.
2. Controlla le pagine social: gli account social sono uno dei veicoli principali con cui promuovere online un progetto di Crowdfunding.
3. Controlla le immagini utilizzate: forse non tutti sanno che è possibile effettuare una ricerca su “Google immagini” caricando una foto dal proprio pc. I risultati che si ottengono? Google ci dice se quell’immagine è stata trovare su altre pagine web. Anche questo è un tipico mezzo utilizzato per i “fake project”: caricare ovunque la solita immagine, magari riferita a contesti o progetti diversi!
4. Verifica la comunicazione con i donatori: la comunicazione verso i donatori è fondamentale, chi non invia feedback dopo la donazione o sugli stati di avanzamento del progetto non è sicuramente degno di fiducia.
5. Controlla l’affidabilità dei testimonial: spesso i testimonial sono persone del tutto inventate o che non hanno alcun collegamento con il progetto, anche in questo caso è bene fare un controllo e Google ci aiuta, basta inserire il nome del testimonial nella ricerca e il gioco è fatto.

L’articolo di Tatiana Kapkan è praticamente di puro supporto per il donatore, noi vogliamo invece capire come deve essere strutturato correttamente un progetto per apparire affidabile agli occhi dei donatori. In particolare risponderemo punto per punto ai controlli indicati precedentemente.

1. La risposta a questo punto è abbastanza semplice: è fondamentale essere presenti nelle pagine di ricerca di Google ALMENO con il nome del progetto che proponiamo. Ovviamente più posizioni occupiamo con il nostro progetto maggiore sarà il credito che avremo, quindi sito web (ottimizzato SEO), pagine social, blog, articoli, comunicati stampa e chi più ne ha più ne metta.
2. Le pagine social devono essere create, ma non basta. I contenuti devono essere pianificati e pubblicati quotidianamente (anche più volte al giorno se possibile), il contatto con i fan o follower deve essere costante, abbiamo 30-40 giorni a disposizione per finanziare il progetto e non possiamo far attendere una risposta su un social più di qualche ora! Altra cosa importante: non acquistare fan o follower per poche decine di euro, aumentano i numeri della pagina ma diminuiscono notevolmente la fiducia degli utenti “veri”
3. Acquistare le immagini online è sicuramente una via facile e conveniente, però non dimentichiamo che per dare valore ad un progetto di crowdfunding dobbiamo far vedere ai donatori chi siamo nella realtà, cosa facciamo davvero e non tramite foto stereotipate che non raccontano niente del progetto
4. Uno dei punti su cui ci soffermiamo maggiormente durante gli incontri con i nostri clienti: la comunicazione verso i donatori deve essere costante, deve essere creato un vero e proprio rapporto con l’utente anche in ottica futura: i migliori donatori sono quelli che hanno già donato una volta!
5. I primi testimonial (e spesso i primi donatori) sono amici e parenti, l’ideale sarebbe avere testimonianze lasciate da donatori sconosciuti quindi la parola d’ordine è “chiedere una recensione ad ogni donatore“, forse ne riceveremo solamente una o due, ma saranno testimonianze vere con un altro tasso di “trust”. Assolutamente da evitare nomi e testimonianze inventate.

Come possiamo tradurre in una sola espressione quanto detto fino ad ora? “Reputazione online“: migliore è la tua reputazione online, maggiore sarà la fiducia trasmetta nei confronti della donatori, maggiori le possibilità di finanziare i tuoi progetti.

E la tua reputazione online a che livello è?

“Antropologia” delle donazioni

Noi di Myfundraising siamo usciti da una settimana molto impegnativa che ci ha visto relatori sia per un evento durante il Festival d’Europa a Firenze, sia nel workshop da noi organizzato “3.0 Crowdfunding e fundraising digitale per nonprofit”.
Uno degli aspetti importanti che abbiamo comunicato spesso ai partecipati è la “relazione” che deve essere creata con il donatore, il far leva sulle emozioni per poter convicere un utente a diventare donatore.

Specialmente nella comunicazione sui Social Network le “leve emozionali” sono fondamentali, le pagine sono piene di informazioni e di immagini che colpiscono i navigatori, abbiamo quindi la necessità di emergere dal “rumore di fondo” e far arrivare il nostro messaggio dritto al cuore.

Ma come possiamo fare una comunicazione che possa fare appiglio sulle emozioni dei donatori? In realtà questa è la seconda domanda che dobbiamo porci, il primo punto da affrontare è “cosa genera le emozioni e perché le emozioni governano il nostro agire (inconscio)?”. Senza la presunzione di essere esperti di neuroscienze, affronteremo i soli aspetti che ci serviranno per seguire la giusta direzione nella nostra campagna di raccolta fondi.

I neuroni specchio
Scoperti da alcuni ricercatori dell’Università di Parma osservando il comportamento di alcune scimmie e presenti anche nel cervello dell’uomo: sono neuroni che si atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg quando vediamo un altro soggetto compiere una determinata azione, ad esempio afferrare qualcosa. Ma non solo: i neuroni specchio di atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg anche quando osserviamo un altro essere umano che sta provando determinate emozioni, come la rabbia, il disgusto, il dolore. I neuroni specchio sono i responsaboli del contagio delle risate.
Il perché sono imporanti per le nostre raccolte fondi è abbastanza ovvio: se riusciamo attivare i neuroni specchio dei nostri interlocutori con le immagini e la comunicazione che facciamo, riusciremo ad attivare aree del cervello “decisionali” che spingeranno alla donazione.

Gli ormoni della donazione
Probabilmente sapere che le nostre emozioni sono solo in risultato chimico della presenza di ormoni nel nostro organismo è un po’ spoetizzante… fatto sta che la verità è che ossitocina e cortisolo sono due ormoni che vengono rilasciati dal nostro cervello quando ci troviamo in particolari situazioni: l’empatia e la propensione a donare dipendono proprio dalla presenza di queste sostanze chimiche rilasciate dal nostro cervello. Un esempio? Due gruppi di pazienti, ad alcuni è stata iniettata ossitocina e ad altri solo placebo. Il gruppo che ha ricevuto l’iniezione di ossitocina si è dimostrato per l’80% più generoso sia nel donare che nella somma donata.
Cosa possiamo fare con la nostra comunicazione? Raccontiamo storie! La solita ricerca ha messo in evidenza che il cervello può essere stimolato alla produzione di ossitocina e cortisolo attraverso le storie che vengono raccontate: più una storia riesce a coinvolgere il nostro interlocutore, più ormoni vengono prodotti, più facilmente otterremo una donazione.

Donare rende felici
Questa scoperta, datata 2006, ha messo in evidenza che le aree del cervello che si atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg quando effettuiamo una donazione sono le solite che si atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg quando otteniamo una gratificazione. In parole povere: donare ci rende felici!
Quindi non dobbiamo fare altro che far capire tramite la nostra comunicazione “la gioia del donare

E tu che tipo di comunicazione usi per la tua raccolta fondi? racconti storie, fai leva sulle emozioni e sull’empatia o sei solamente informativo (e distante)?

Fundraising digitale: un caso di successo

“You can’t be scaring donors off with terrifyingly long terms and conditions or a badly worded Gift Aid message”
Julie Dodd, creative director (UX & design) at digital agency Zone  

Quando la Norwegian Cancer Society ha ridisegnato il proprio sito web nel 2012, i risultati sono stati illuminanti. Aumentando il focus sulla User Experience del sito web e dei dispositivi  mobile, le donazioni sono raddoppiate rispetto alla media, sono triplicati i nuovi donatori e i tesserati sono aumentati del 150%.

Cosi come altre associazioni la Norwegian Cancer Society aveva sempre sostenuto investito pochissimo nel proprio sito web, in quanto ha sempre ritenuto di ricevere poche donazioni tramite internet. In accordo con il proprio Digital Fundraiser hanno successivamente stabilito che la ragione delle poche donazioni online non era dovuta alla mancanza di utenti/donatori, ma era il sito che in qualche modo allontanava i visitatori prima che potessero fare una donazione.

Norwegian Cancer Society  non era l’unica associazione in tale situazione: un sondaggio tra associazioni non-profit Americane concluso nel luglio 2014 ha evidenziato che il settore delle donazioni ancora non riesce a massimizzare la raccolta fondi attraverso web e mobile. 20 delle 50 organizzazioni che hanno risposto al sondaggio hanno dichiarato di non ottimizzare le loro piattaforme di donazione per dispositivi mobili. Altri fattori che allontano i donatori sono: scarsa accessibilità, lentezza di caricamento delle pagine, opzioni di donazione limitate (esempio non è possibile utilizzare la carta di credito o Paypal).
La colpa più grande delle nonprofit è quindi  quella di stimolare il donatore, far nascere in  lui il desiderio di sostenerle… e non dargli gli strumenti per farlo!

Vediamo allora quali sono i consigli per migliorare la User Experience di un sito web e massimizzare le donazioni online:

1. Migliorare la struttura e il contenuto dei form: a volte basta poco, esempio cambiare il testo del bottone del formo dare la possibilità al donatore di abbandonare la pagina in qualsiasi momento;
2. Non chiedere al donatore più dati del necessario: spesso l’ossessione di avere un database con quanti più dati possibile è fatale, ogni informazioni in più richiesta al donatore è un motivo in più per abbandonare la pagina;
3. Identifica le pagine più visitate del tuo sito: sono le pagine più viste dagli utenti, quelle su cui ogni potenziale donatore si ferma più tempo, sono quelle nelle quali è FONDAMENTALE inserire la richiesta di donazione!
4. Semplifica la pagina di donazione: la pagina di donazione deve essere semplice e chiara, deve avere informazioni precise su come verranno utilizzati i soldi donati e illustrare le possibilità di donazione. Meglio qualche immagine e punti elenco rispetto a una pagina piena di testo;
5. Scegli con cura i metodi di donazione accettati: lo dicevamo prima, se un donatore vuol usare Paypal per la donazione, deve poterlo fare, così come può voler scegliere la propria carta di credito o un bonifico; ogni opzione in meno diminuisce la possibilità di ricevere una donazione.

Un recente rapporto relativo al primo trimestre 2015 ha evidenziato come le donazioni online negli USA sono cresciute del 9,9%… non gettare al vento le possibilità che il digital fundraising ti riserverà nell’immediato futuro!

Vuoi sapere di più sulle strategie digitali per il Fundraising? Scrivici oppure partecipa ai nostri eventi gratuiti l’8 Maggio a Firenze durante il Festival d’Europa (link) e il 13 Maggio a Pisa (incontro riservato alle associazioni e cooperative del territorio – link)

L’Europa a Firenze, si parla anche di crowdfunding e fundraising

Al via la III edizione del Festival d’Europa. Dal 6 al 10 maggio

Centoventi iniziative in 40 location disseminate sul territorio fanno della città di Firenze un grande laboratorio di cultura, spettacolo e sperimentazione su temi europei e non solo. In programma anche la Notte Blu: 50 eventi di musica, teatro, cinema, arte circense, fotografia e live cooking. Ecco la III edizione del Festival d’Europa che si tiene nel capoluogo toscano dal 6 al 10 maggio.

Cinque giorni pieni nei quali si parla di Europa in tutte le sue forme: dalla cultura alla didattica, dalle istituzioni all’economia, dall’Università alla cittadinanza. Occasioni uniche di dibattito dove si affronteranno anche temi scottanti come le politiche migratorie, la sicurezza dei nostri dati e la sorveglianza dei cittadini.

Tra i relatori il Presidente del Consiglio Matteo Renzi; l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni; l’Alto rappresentante UE per la Politica estera Federica Mogherini; l’ex premier Giuliano Amato; ex presidente UE, Romano Prodi; il premier greco Alexis Tzipras e altri esponenti della politica internazionale.

Sono coinvolte le maggiori Istituzioni europee, nazionali e locali: Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Istituto universitario europeo, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Ufficio di Informazione del Parlamento Europeo in Italia, Consiglio d’Europa, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze, Agenzia Erasmus+ Italia/INDIRE, Università degli Studi di Firenze e Camera di Commercio di Firenze. Il Festival è realizzato con il supporto dell’Agenzia Nazionale per i Giovani mentre il coordinamento è affidato a Fondazione Sistema Toscana.

Quattro le iniziative del Festival inserite nelle tematiche economiche, tra queste, l’8 maggio dalle 14.30 alle 17.30, il seminario “Fundraising, crowdfunding e valutazione d’impatto: quali strategie per profit e nonprofit?“.

È un seminario formativo/informativo gratuito sulla valutazione d’impatto sociale ed economico (es. SRoI – Social Return on Investment) dei progetti che tali fondi vanno a sostenere, anche nell’ambito di percorsi di responsabilità sociale d’impresa.

Relatori del seminario sono Emanuele Gambini, amministratore di Myfundraising; Ivano Magno, SEO/SEM di Myfundraising; Enrico Testi e Marco Bellucci, rispettivamente direttore e project manager di Yunus Social Business Centre University of Florence (vedi programma).

Sono disponibili 50 posti per Enti e imprese, professionisti, imprese sociali ed organizzazioni nonprofit interessati al tema. Sarà un momento di confronto sulle strategie di raccolta fondi, sempre più decisive nello sviluppo delle attività e dei progetti delle organizzazioni non-profit ma anche del mondo profit.
Partners dell’incontro sono: Camera di Commercio di Firenze, Yunus Business Centre University of Florence e il laboratorio ARCO, entrambi con sede presso PIN S.c.r.l. Polo Universitario Città di Prato e Myfundraising srls. (sp)

Per iscriversi occorre inviare la scheda di partecipazione entro il 7 maggio p.v. via email a promozione@fi.camcom.it o al numero fax: 055 2750.364.

http://www.festivaldeuropa.eu/
FB https://www.facebook.com/festivaldeuropa
Twitter #FDE15

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