Impariamo dalle esperienze

Siamo all’inizio di un nuovo anno, molti sono appena reduci dalle campagne di raccolta fondi natalizie e di fundraising proprio non ne vogliono sentir parlare; altri, da un lato stanno facendo un po’ di bilanci dell’anno appena trascorso e stanno pianificando le nuove strategie e le nuove campagne. Siamo in un tempo di passaggio insomma, tra il valutare ciò che è stato realizzato e il pianificare ciò che vorremo realizzare prossimamente. E già molti avvertono l’esigenza di trovare nuove idee, nuove soluzioni, correggere errori fatti, intraprendere magari nuovi percorsi, nuove modalità di raccolta o implementare qualche soluzione integrativa alle campagne abituali. Insomma, è tempo per riflettere, pianificare e provare quindi a capire dove e su cosa concentrare le azioni di miglioramento per il nuovo anno!

Suggeriamo un esercizio che pensiamo utile per tutti coloro che immaginano il fundraising non come qualcosa che siccome si è sempre fatto così, allora non si può cambiare…guardare e studiare le esperienze altrui, è un buon modo per cominciare il nuovo anno. Non si tratta di andare a copiare idee già sviluppate, non è certo questo lo spirito, ma imparare dalle esperienze, questo sì è molto utile. Da dove partire? Suggeriamo di visitare il sito SOFII http://sofii.org/italian che “offre ai fundraisers degli enti non profit un archivio online, facilmente accessibile, con le creatività migliori nell’ambito della raccolta fondi di tutto il mondo. Copre tutte le aree del fundraising mondiale ed è a disposizione di tutti gratuitamente. Noi siamo impegnati a tutelare la nostra storia nella raccolta fondi e aggiungiamo di volta in volta nuove iniziative se valide. Offriamo delle risorse dalle quali i fundraisers possono imparare ed in grado di stimolare un nuovo pensiero creativo e innovativo.”.

Riforma del Terzo Settore: il bilancio sociale

Il bilancio sociale con la Riforma del Terzo Settore:

  • Continua ad essere un obbligo per le imprese sociali, per le quali è attesa la pubblicazione da parte dei Ministeri competenti delle nuove linee guida per la sua redazione. Il bilancio sociale dovrà essere trasmesso e pubblicato presso il Registro delle Imprese, ma anche sul sito web dell’organizzazione
  • Diventa inoltre obbligatorio per gli ETS (Enti Terzo Settore) in generale che hanno entrate e proventi per oltre 1 milione di euro la redazione del bilancio sociale secondo le linee guida ministeriali e la pubblicazione nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), oltre che sul proprio sito web.

E’ notizia del 20 aprile scorso l’approvazione da parte del Consiglio Nazionale del Terzo Settore (CNTS) delle attese Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti di Terzo settore

Anche per le Cooperative Sociali è ormai certo l’obbligo di redazione del bilancio sociale. A chiarire il punto è stata infatti una nota interpretativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 22 febbraio 2018, la n. 2491:

“[…] La qualificazione ope legis delle cooperative sociali come imprese sociali comporta il venir meno della necessità di verificare per esse la sussistenza dei requisiti essenziali per la qualifica, come invece avviene per tutte le altre imprese sociali, sempre che le cooperative sociali rispettino la normativa specifica loro applicabile.
Tuttavia, l’obbligo di redazione e pubblicazione del bilancio sociale non appare elemento qualificatorio della cooperativa sociale quale impresa
sociale (qualifica che è ora attribuita ex lege), ma effetto giuridico di tale
qualificazione, considerato che non emerge alcun profilo di incompatibilità tra l’obbligo di redazione e deposito del bilancio sociale e la natura dell’ente.
Pertanto, si ritiene applicabile a tutte le cooperative sociali l’obbligo di redazione, deposito e pubblicazione del bilancio sociale che l’articolo 9, comma 2 del d.lgs. n.112/2017 impone alla generalità delle imprese sociali. […]

Con riferimento al profilo temporale di applicazione della norma, la redazione del bilancio sociale, secondo l’articolo 9 comma 2 del d.lgs. 112/2017 deve avvenire nel rispetto di linee guida da definirsi con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sentito il Consiglio nazionale del Terzo settore. Va ricordato inoltre che la conformità alle linee guida ministeriali è destinata a rappresentare un elemento pregnante, ove si consideri che l’organo di controllo interno dell’ente dovrà fornirne specifica attestazione (ai sensi del successivo articolo
10, comma 3).
Pertanto, fino all’emanazione delle linee guida in parola, si deve ritenere che l’adozione del bilancio sociale da parte delle cooperative sociali, il deposito dello stesso presso il registro delle imprese e la pubblicazione sul sito internet assumano carattere facoltativo, fatta salva l’osservanza di eventuali disposizioni regionali in proposito, tenuto conto del fatto che varie Regioni, ai fini del mantenimento dell’iscrizione nell’albo regionale, impongono alle cooperative sociali la redazione del bilancio sociale.”

Rispetto alle previsioni di emanazione delle linee guida sul bilancio sociale, si consideri che essendo già insediato ed operativo il Consiglio nazionale del Terzo Settore e trattandosi di un provvedimento attuativo di natura ministeriale, avendole approvate lo scorso 20 aprile, è da ritenere che non vi siano ostacoli alla sua attuazione anche nelle more della formazione del nuovo Governo, considerando che anche in questa fase il Governo attualmente in carica per gli affari correnti ha addirittura varato un provvedimento correttivo.

È perciò ipotizzabile che vengano emanate a breve e che l’obbligo possa scattare nel 2019 sui dati di esercizio del 2018.

Fondazioni: le nuove strategie di erogazione fondi

Interpretare le strategie delle Fondazioni per i prossimi anni è fondamentale per impostare un’adeguata modalità di progettazione nel medio periodo per gli Enti di Terzo Settore. Si tratta di un lavoro – unito a quello della relazione istituzionale e del posizionamento del proprio Ente (brand awareness, brand reputation) e della rendicontazione sociale (accountabilty) – che riteniamo fondamentale per intercettare contributi ed opportunità messe a disposizione dalle Fondazioni di origine bancaria, al di là della qualità delle proposte progettuali in sede di partecipazione ai bandi.

Ne parla su “Il Giornale delle Fondazioni” Giorgio Righetti, il Direttore Generale di ACRI, l’associazione che riunisce 86 delle 88 fondazioni di origine bancaria.

Ecco tre tra i principali spunti possono essere riassunti nei seguenti elementi:

  • Sugli strumenti c’è dibattito, soprattutto sul sistema dei bandi che rischia di trasformare gli enti, alla rincorsa per le risorse, in progettifici.
    Lo strumento del bando può essere utile in una strategia proattiva. Un bisogno identificato viene presentato al territorio affinché le varie realtà possano offrire una risposta, attivando le comunità. Ma è uno strumento competitivo. Se voglio creare coesione sociale, allora forse un processo di progettazione partecipata potrebbe essere più idoneo.[…]”
  • La metodologia Acri  di lavoro in rete ha ispirato, visti i risultati, non solo in termini di efficacia dell’azione, ma soprattutto di crescita delle competenze e delle strategie. Lo abbiamo visto nella cultura con FUnder35 per le imprese culturali e creative, il primo grande progetto di sistema che ha fatto outing su un fenomeno e ha generato epigoni.  E poi in NeverAlone per i minori non accompagnati, solo per citarne alcuni.
    Al cambiamento esogeno si associa il cambiamento endogeno.  I tempi sono maturi per affinare sia la strategia sia gli strumenti. In passato le fondazioni avevano un comportamento reattivo sulla base di sollecitazioni esterne.  Oggi partono dall’ascolto, dall’analisi dei problemi e si attrezzano per pianificare le risposte. Il processo erogativo delle fondazioni si va strutturando sempre più in  percorsi partecipativi organizzati. Le fondazioni si aprono al territorio, promuovono tavoli attraverso i quali si analizzano i bisogni e si progetta insieme.”
  • “Può darci qualche anticipazione sui bilanci del 2017?
    I bilanci delle fondazioni sono in corso di approvazione. Dalle anticipazioni che ci sono pervenute possiamo però dire che gli avanzi d’esercizio, che sono la base per le erogazioni future, sono estremamente positivi. Superiamo abbondantemente il 50% in più dell’esercizio 2016. I benefici si vedranno nelle erogazioni 2018 che, presumibilmente, saranno molto positive.”

Quanto costa una campagna di donor automation?

Forse non sai cos’è la donor automation.

È un sistema che permette di mantenere una comunicazione continua con i propri contatti e donatori (o potenziali tali), mediante invio ad indirizzario proprietario di comunicazioni email pianificabili ad intervalli temporali prestabiliti e pre-impostate sulla base di un progetto di invii diversificati nel contenuto in base al comportamento utente manifestato sugli invii precedenti.

Cioè, se non hai una newsletter, la devi avere, ma non è donor automation.

Se non hai un sistema di invio massivo per la newsletter, devi averlo, ma non sei ancora alla donor automation.

Se non basi le tue newsletter sulle statistiche di ricezione, devi farlo, ma non sei ancora alla donor automation.

Potresti basare l’invio delle tue newsletter sul comportamento di ciascuno dei tuoi utenti e performare al meglio i tuoi obiettivi di comunicazione e raccolta fondi. È un obiettivo questo da perseguire e con la donor automation puoi avere tutto questo in un unico strumento.

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Come cambiano le donazioni. E quelle della tua organizzazione?

Spesso da consulenti quando sollecitiamo all’integrazione di sistemi di donazione online, ci sentiamo dire frasi come “…ma i nostri donatori sono in prevalenza anziani, non donano online”, o se indichiamo di fornire online le informazioni del bilancio, ci sentiamo dire frasi come “…ma noi già lo facciamo, lo approviamo in Assemblea dei soci”.

Il cambiamento non è mai facile, anche se desiderabile e desiderato, implica una modifica di abitudini e talora anche di modi di pensare e agire. Tuttavia le cose cambiano anche attorno a noi, che lo vogliamo o meno. E non voler accettare che questo avvenga e che occorre leggere il cambiamento e definire una strategia di adattamento, è una strategia miope. Ciò vale anche per la raccolta fondi, dove è possibile tuttavia avere qualche interessante indicazione sui trend.

Come riporta un recente articolo apparso su Vita.it “Il comportamento dei donatori italiani, però, è in evoluzione continua. Oggi assistiamo ad un forte aumento della digitalizzazione delle relazioni che condiziona anche le modalità di donazione. In Italia quasi tre quarti della popolazione è online (43 milioni di persone), con 34 milioni di utenti attivi sui social media (Report Global Digital 2018); l’83% degli internauti è un donatore – ossia una persona che almeno una volta all’anno ha sostenuto un progetto a finalità sociale – con una donazione media annuale di circa €90 (Donare 3.0 – Doxa Duepuntozero con Rete del Dono e PayPal)”.

Prendiamo un altro segmento, sempre più interessante da sviluppare per la raccolta fondi, quello dei lasciti testamentari. “La generosità degli italiani non conosce crisi e aumentano i connazionali che scelgono di sostenere, con un lascito solidale, progetti e iniziative di organizzazioni no profit impegnate nel fornire un aiuto a chi vive in condizioni di difficoltà.” – riporta un comunicato stampa dello scorso dicembre del Comitato Testamento Solidale, una rete di grandi organizzazioni nonprofit che fondano le loro strategie di entrata sulla raccolta fondi. “Si stima – prosegue la nota – che, dal 2012 ad oggi, il valore economico dei lasciti solidali per il 33,3% delle organizzazioni no profit abbia subito un incremento fino al 10%, tra il 10% e il 20% per l’11% delle associazioni e tra il 20% e il 30% nel 5,56% dei casi.”

Ora che è più chiaro che anche la raccolta fondi evolve, ecco le 7 cose che anche la tua organizzazione dovrebbe fare fin da subito:

  1. Lavorare all’interno dell’organizzazione per sviluppare una cultura del cambiamento che generi atteggiamenti e comportamenti organizzativi (oltre che individuali) pro-attivi al cambiamento, superando le naturali resistenze al cambiamento, i comportamenti conservativi che minano la capacità dell’organizzazione di rinnovarsi
  2. Formare le persone, acquisire nuove competenze, aumentare la consapevolezza e la conoscenza organizzativa (in questo caso relativamente alla raccolta fondi) sono tutti elementi che rappresentano ancora oggi una tra le modalità più efficaci per accompagnare adeguatamente il cambiamento.
  3. Attivare percorsi di networking con altre organizzazioni. Generalmente le organizzazioni (anche nonprofit) che atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg reti e rapporti di partnership sono più dinamiche, accedono con più facilità alle novità che il contesto di riferimento propone loro, sono maggiormente capaci di adeguarsi al cambiamento facendo leva su una cultura più aperta e meno conservativa
  4. Informarsi e approfondire per restare aggiornati. Avere informazioni sui trend, aiuta a riflettere rispetto ai cambiamenti di fondo che interessano la raccolta fondi. L’aggiornamento normativo, pur necessario, ad esempio in materia di agevolazioni o di privacy dei donatori, non esaurisce il debito informativo. Saper valutare i trend in atto, aiuta a definire programmi di lungo periodo più capaci di adattare l’organizzazione al cambiamento.
  5. Ricercare. Le ricerche statistiche e le indagini di terzi, quelle ad esempio sui trend generali che abbiamo riportato sopra, non possono essere estere all’universo delle organizzazioni e un trend non è una legge di natura. Per questo è indispensabile comprendere sempre di più chi sono i nostri donatori. Per questo è necessario avere un solido database donatori e acquisire attraverso indagini specifiche e mediante strumenti automatizzati, il comportamento del donatore
  6. Sperimentare soluzioni di raccolta fondi nelle aree su cui i trend dimostrano di avere le migliori performance, compatibilmente con la natura e l’operatività dell’organizzazione, ma senza escludere a priori nuove soluzioni o nuovi ambiti di azione
  7. Pianificare obiettivi di lungo periodo oltre che traguardi di breve termine, ad esempio attivando strategie pluriennali sull’area digital o sui testamenti solidali, pone l’organizzazione di fronte all’esigenza di superare una modalità emergenziale di raccolta fondi e porsi nell’ottica della sostenibilità nel tempo della propria azione.

Erogazioni liberali – Nuovo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate

Con Provvedimento N. 34431 – Comunicazione all’anagrafe tributaria dei dati relativi alle erogazioni liberali ai sensi del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 30 gennaio 2018 – l’Agenzia delle Entrate dispone che “Con riferimento ai dati relativi agli anni d’imposta 2017, 2018 e 2019, i soggetti individuati dall’articolo 1 del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 30 gennaio 2018” – (le organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all’articolo 10, commi 1, 8 e 9, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, le associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale previsto dall’articolo 7, commi 1 e 2, della legge 7 dicembre 2000, n. 383, le fondazioni e associazioni riconosciute aventi per scopo statutario la tutela, promozione e la valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e le fondazioni e le associazioni riconosciute aventi per scopo statutario lo svolgimento o la promozione di attività di ricerca scientifica, ndr) -, “trasmettono telematicamente all’Agenzia delle entrate, in via facoltativa, le comunicazioni previste dal citato decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 30 gennaio 2018, con le modalità stabilite dal presente provvedimento, secondo le specifiche tecniche contenute nell’allegato 1. Per ciascun soggetto erogante, gli enti sopra indicati comunicano l’ammontare delle erogazioni liberali effettuate nell’anno precedente tramite banca o ufficio postale ovvero mediante gli altri sistemi di pagamento previsti dall’articolo 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, con l’indicazione dei dati identificativi dei soggetti eroganti.”

Le erogazioni liberali devono essere effettuate tramite i circuiti bancari o tramite servizio postale o attraverso gli altri mezzi tracciabili. Il donatore ha diritto di opporsi alla trasmissione sia direttamente presso l’Ente ricevente la donazione al momento dell’erogazione, sia presso l’Agenzia delle Entrate entro i termini stabiliti dal provvedimento stesso.

Questo implica un lavoro aggiuntivo per gli Enti, ma costituisce altresì una grande opportunità di fornire un servizio al donatore.

Vai al provvedimento

Nuovo codice di autoregolamentazione per SMS solidali

È disponibile sul sito www.agcom.it da venerdì 02 febbraio 2018 il esto del nuovo codice di autoregolamentazione per la gestione delle numerazioni utilizzate per le raccolte fondi telefoniche per fini benefici di utilità sociale redatto sulla base dei nuovi criteri definiti dall’Autorità ai sensi dell’art. 22, comma 7, dell’allegato A alla delibera n. 8/15/CIR e s.m.i. come integrato dalla delibera n. 17/17/CIR

Ecco alcune novità: a fianco della numerazione temporanea vengono introdotti i numeri annuali che sono limitati (solo 30) e evidentemente destinati alle grandi sigle di organizzazioni che fanno raccolta fondi. Il servizio è a pagamento. Di grande interesse è la possibilità, anche questa a pagamento, di richiedere l’anagrafica al donatore.

#RiformaTerzoSettore: CESVOT predispone gli Statuti tipo per ODV e APS

Con una notizia dello scorso 8 febbraio, sul sito Cesvot sono stati pubblicati a cura del Centro Servizi “i nuovi modelli per redigere statuto e atto costitutivo di un’associazione di volontariato e di promozione sociale alla luce di quanto previsto dalla Riforma del Terzo settore.

Si tratta di due documenti fondamentali per la creazione di un’associazione e per la gestione della vita associativa. L’atto costitutivo” – prosegue la nota – “è il documento tramite il quale i soci fondatori, riuniti in assemblea, manifestano e sanciscono la loro volontà di associarsi per perseguire finalità condivise. Lo statuto è il documento contenente le regole della vita dell’associazione, le norme che disciplinano i rapporti tra gli associati e tra soci ed associazione stessa.”

Bandi per la cultura: alcune opportunità a livello nazionale

Nel corso dell’anno, un po’ per tutte le aree di intervento ed operatività degli Enti di Terzo Settore, vengono emanati da soggetti pubblici e privati bandi e avvisi con opportunità per la concessione di contributi. Un settore di interesse per molti di questi avvisi è la cultura. Di seguito alcune opportunità di rilievo nazionale che sono già attive e in scadenza o che sono proposte nella modalità ‘a sportello’ o a richiesta sempre aperta. Molte altre Fondazioni ed Enti erogativi hanno linee di finanziamento in questo ambito, quelli di seguito indicati sono alcuni interessanti canali da tenere sott’occhio!

Contributi per convegni e pubblicazioni di rilevante interesse culturale – 2017

Promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione generale biblioteche e gli istituti culturali, il bando finanzia esclusivamente convegni e pubblicazioni di elevato interesse culturale, non corsi di formazione o attività interne alle organizzazioni di carattere informativo o divulgativo ecc. Possono richiedere il contributo (cofinanziato al 50%) – la scadenza è prevista per il 31 gennaio – le associazioni, le fondazioni ed altri organismi senza fini di lucro, costituiti con atto pubblico ed operanti sul territorio nazionale.

Premio CULTURA + IMPRESA

Federculture e The Round Table, in collaborazione con Fondazione Cariplo, Fondazione Italiana Accenture e Veronafiere e ALES hanno istituito il Premio Cultura+Impresa che ha l’obiettivo di premiare i migliori progetti di Sponsorizzazione e Partnership nel settore culturale, di Produzione culturale d’Impresa, e di attivazione dell’Art Bonus, valorizzando la presenza e il ruolo sia dell’Operatore culturale che dell’Azienda.

UPA per la cultura

UPA è un’associazione tra importanti aziende che investono in pubblicità e in comunicazione in Italia e ha l’obiettivo di fare matching tra richieste di sponsorizzazione e sponsor/partner su progetti culturali nei seguenti ambiti settoriali: Ambiente, Archeologia, Architettura, Arte, Cinema, Danza, Libri, Musica, Scienze, Storia, Teatro. I progetti devono essere presentati non meno di sei mesi prima dalla data di avvio del progetto.

Siete interessati a qualche bando? Contattateci per supportare la progettazione tecnica, il budgeting o la costruzione della partnership.

#RiformaTerzoSettore: il nuovo Servizio Civile Universale

Fare la transizione al nuovo servizio civile universale è questione già risolta per molti Enti e per altri è in corso in questi mesi, anche attraverso modalità di ‘apparentamento’ con reti nazionali costituite già da un numero di 100 sedi. Molte organizzazioni si stanno tuttavia interrogando su come poter partecipare al servizio civile universale potendo costituire una rete ampia su tutto il territorio nazionale o comunque riuscendo ad aggregare un numero di sedi sufficienti a soddisfare i requisiti minimi posti dalla Riforma. La riforma del Servizio Civile Universale è infatti uno dei quattro pilastri (insieme al Codice del Terzo Settore, all’Impresa Sociale e al 5X1000) della complessiva Riforma del Terzo Settore. Oggi l’attenzione verte prevalentemente sull’applicazione del Codice e sulle novità dell’Impresa sociale, temi sui quali nelle newsletter di Myfundraising torneremo spesso con approfondimenti e novità rispetto ai provvedimenti attuativi. Tuttavia, anche le altre novità normative relative come in questo caso al Servizio Civile sono interessanti e dispongono un diverso assetto alla materia. Ecco i punti salienti del nuovo sistema di accreditamento:

  • All’albo degli enti di servizio civile universale possono iscriversi amministrazioni pubbliche e, previo accertamento del rispetto della normativa antimafia, enti privati, in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 3 della legge 6 marzo 2001, n. 64.
  • Al fine di assicurare la qualità, l’efficienza e l’efficacia del servizio civile universale, le amministrazioni pubbliche e gli enti privati devono possedere i seguenti livelli minimi di capacità organizzativa:
    1. un’articolazione organizzativa di cento sedi di attuazione, ivi incluse eventuali sedi di altri enti pubblici o privati legati da specifici accordi all’ente di servizio civile universale;
    2. una dotazione di personale qualificato in possesso di idonei titoli di studio, o di esperienza biennale nelle relative funzioni, ovvero che abbia svolto specifici corsi di formazione e costituita da:
      • un coordinatore responsabile del servizio civile universale;
      • un responsabile della sicurezza ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni;
      • un responsabile dell’attività di formazione degli operatori volontari e dei relativi formatori, ivi inclusa la valorizzazione delle competenze;
      • un responsabile della gestione degli operatori volontari;
      • un responsabile dell’attività informatica;
      • un responsabile delle attività di controllo, verifica e valutazione del servizio civile universale.
  • L’albo è articolato in distinte sezioni regionali alle quali possono iscriversi enti di servizio civile universale che operano esclusivamente nel territorio di un’unica regione e che hanno un’articolazione minima di trenta sedi di attuazione, fermo restando gli ulteriori requisiti.
  • Al fine di garantire la trasparenza, la semplificazione e la riduzione dei termini del procedimento, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto, tutte le istanze di iscrizione all’albo degli enti di servizio civile universale sono trasmesse alla Presidenza del Consiglio dei ministri esclusivamente con modalità telematica.
  • Gli enti iscritti all’albo nazionale o agli albi delle regioni e delle province autonome, al fine della presentazione dei programmi di intervento, devono essere in possesso della capacità organizzativa prevista dalla norma stessa, che può essere conseguita anche mediante la costituzione di specifici accordi tra gli enti medesimi.

Myfundraising ha un’esperienza pluriennale nella progettazione e nella consulenza in materia di accreditamento per il servizio civile e mette a disposizione pertanto anche di nuove reti che intendano intraprendere l’esperienza del servizio civile, la propria competenza nella progettazione dei sistemi di accreditamento richiesti.

Stiamo proprio in queste settimane progettando un percorso per una rete nazionale nell’ottica di andare a sviluppare un’azione sistematica di peopleraising, anche attraverso l’attivazione di ulteriori leve di crescita dell’esperienza di volontariato e di servizio civile. Oggi le organizzazioni hanno più che mai necessità di ri-attivare percorsi di volontariato giovanile, ponendosi anche nell’ottica di contaminazione di esperienze diverse (il servizio civile appunto, ma anche le esperienze di alternanza scuola-lavoro, il servizio volontario europeo ecc.), cogliendo specificità e dinamiche inedite per certi versi del mondo giovanile. Un accreditamento è pertanto un procedimento tecnico da innestare in una strategia più ampia di peopleraising e di sviluppo di politiche giovanili nell’ambito del volontariato.

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